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giovedì 28 ottobre 2010

Il paradosso di una squalifica giusta ma iniqua



Milos Krasic è stato squalificato per due giornate dal giudice sportivo Tosel per la simulazione commessa durante Bologna -Juventus della scorsa giornata. Il serbo, fondamentale per il gioco bianconero, salterà così il big match di sabato sera a San Siro contro il Milan e la sfida casalinga contro il Cesena. Tosel motiva la sua decisione affermando che "i due giocatori non vennero in alcun modo a contatto e che l'arbitro fu indotto in errore da un abile tuffo (l'innaturale trascinamento del piede sinistro ne evidenzia ulteriormente l'intento ingannevole)" e infligge al serbo il minimo della pena per condotta antisportiva. 
La Juventus ha presentato il ricorso scegliendo la formula d'urgenza che, in caso di esito positivo, permetterebbe al giocatore di essere presente contro il Milan. Gli avvocati della società bianconera hanno impostato il ricorso sulla tesi della mancanza di dolo, che escluderebbe la motivazione dell'antisportività, facendo leva sulle dichiarazioni dello stesso giocatore, che ha affermato di aver voluto evitare con quello slancio l'impatto con Portanova che gli era sembrato inevitabile data la velocità con cui il bolognese gli era andato sotto. 
E' inutile fare tanti giri di parole sul caso: la simulazione è evidente, il gesto è antisportivo e aggravato dall'accenno di esultanza del giocatore, quindi la squalifica è ineccepibile. Non mi è affatto piaciuto il comportamento della società e dei suoi tesserati: continuare a dire che Krasic è un bravo ragazzo, che è dispiaciuto, addirittura che non l'ha fatto apposta non giova di certo all'immagine della Juventus, che il presidente Agnelli sta cercando di ricostruire riportando in vita il vecchio Dna Juve, composto da stile, serietà e vittorie. Per non parlare poi del ricorso, basato come detto sopra sulla mancanza di dolo. Non sarebbe forse stato più sportivo ed elegante ammettere l'errore e fare una tiratina d'orecchie al giocatore? Certamente. Nella marea di dichiarazioni false e di rito, ritengo tuttavia opportune e legittime le parole del presidente Andrea Agnelli che ha giustamente stigmatizzato l'attacco mediatico subito dalla Juventus e dal serbo: parliamoci chiaro, ha avuto più spazio questa vicenda, comunque non una bella pagina di sport, che la probabile corruzione che ha scippato all'Italia l'organizzazione di Euro 2012, notizia trapelata in questi giorni. Ridicolo. Krasic ha sbagliato, è stato giustamente punito ma da qui a trattarlo come un criminale o un simulatore di professione ce ne passa. Alzi la mano chi non ha mai fatto il furbetto in un campo da calcio....siamo seri, verginelle non ce ne sono. Tralascio poi i casi in cui simulazioni simili non hanno comportato alcuna sanzione.
Nel titolo ho definito la squalifica giusta (e ho ampiamente spiegato il perchè) ma iniqua. Titolo paradossale, come paradossale è la norma che regola questi casi di simulazione. Giuseppe Marotta, intervenuto sulla questione, ha evidenziato questa anomalia normativa e a mio parere ha perfettamente ragione: se l'arbitro o il suo collaboratore si fosse accorto della furbata di Krasic, l'avrebbe solamente ammonito, risparmiando così al serbo gran parte della bufera mediatica e soprattutto la squalifica in un momento importante della stagione bianconera. Come tutti sappiamo l'arbitro ha sbagliato e quindi Krasic è stato squalificato. Qualcosa non torna. Per il medesimo gesto la sanzione è in un caso un semplice cartellino giallo, nell'altro addirittura due giornate di squalifica. Come se un ladro colto sul fatto venisse solo sgridato e quello che la fa franca viene poi messo in prigione. Il paradosso mi sembra tanto evidente quanto mi sembra facile risolverlo, i casi sono due:  o si espelle il simulatore colto in flagranza con annesse due giornate di squalifica, giustificando così in caso di errore arbitrale la prova tv, oppure, in caso di svista, gliela si fa passare liscia. Ovviamente mi schiero a favore della prima ipotesi che in un solo colpo metterebbe ordine nella giurisprudenza sportiva, quantomai sgangherata, punirebbe con serietà i simulatori e metterebbe a tacere le sgradevoli chiacchiere da bar. O è troppo semplice per gli illuminati dirigenti del pallone?


MDZ

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