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lunedì 29 agosto 2011

Di Benedetto difende Luis: perchè?



Già difficoltà in casa Roma dopo l'eliminazione in Europa League. Prima di analizzare i problemi tra Totti ed il nuovo allenatore Luis Enrique è giusto soffermarsi per prima cosa sul risultato. La Roma del nuovo patron Di Benedetto è stata eliminata dall'Europa per mano dello Slovan Bratislava con goal realizzato ad 8 minuti dalla fine da Stepanovsky. Andata giocata con il duo Caprari-Okaka (il duo più in forma per il genio, ex Barca B) ed il ritorno con Totti-Caprari con il capitano in campo per 73' e poi sostituito con lo stesso Okaka. 7 minuti dopo il goal degli slovacchi in un clima già ostile alla nuova Roma. Luis Enrique forse mi smentirà, riuscirà a far giocare alla sua Roma un calcio estetico, fatto di possesso palla, corsa, sovrapposizioni ma quello che non piace è la spocchia con la quale questo personaggio si è presentato. Pare sappia tutto lui: non dice una parola d'italiano, non spiega le sue scelte e nonostante questo è assai protetto dalla società e (per adesso) dai media innamorati di un progetto basato sui giovani (55 milioni di euro spesi nel calcio mercato non è la stessa cosa che puntare sul vivaio). Luis Enrique va avanti per la sua strada che non si capisce quale sia: sconfitta con 3 goal di scarto a Parigi e Valencia, eliminazione per mano dello Slovan in Europa, rottura con un simbolo come Totti, ambiente agitato e mercato poco chiaro: questo ciò che ottenuto il "predestinato" in 3 mesi di Roma. Un Ranieri qualunque (tanto per non fare nomi) sarebbe già sulla graticola. Noi italiani vogliamo i risultati,ma questa volta dobbiamo avere pazienza: "è bravo, diamogli tempo, lasciamolo lavorare, non mettiamogli pressione addosso" è quello che si sente dire dai difensori del tecnico asturiano: vero, ma a forza di essere troppo buoni e permissivi con il nostro calcio stiamo precipitando nel ranking e Luis Enrique la pressione se la sta creando da solo con scelte discutibili ed atteggiamenti intransigenti. La Roma, si dice, è l'unica squadra ad aver intrapreso un progetto coraggioso, bisogna appoggiarlo. Non lo metto in dubbio, ma il progetto va spiegato e Totti dev'essere il primo ad essere coinvolto. Se Luis Enrique vede in Totti un problema lo deve dire chiaramente senza nascondersi dietro a stati di forma o all'impegno in allenamento. Mourinho a Madrid ha preteso la cessione di Raul e la società si è privata del più forte attaccante che ha avuto negli ultimi 30 anni perchè il tecnico lusitano aveva parlato chiaro. Luis Enrique non può sviluppare il suo progetto con una presenza ingombrante come quella del capitano? Dev'essere chiaro e mettere (già) la società davanti ad un out-out prima che sia troppo tardi. Se Totti non si allena come un professionista è sacrosanto preferirgli Caprari, Okaka o chi per loro. Tutti i giocatori sono uguali dice Luis: giustissimo, ma in un ambiente come Roma non puoi paragonare Totti (record di goal nella storia della Magica) ad Okaka. Se lo fai non sei la persona giusta per questo contesto. Non conosci la storia del club in cui alleni. Totti in Europa League è stato il migliore in campo. Perchè toglierlo? Per un gesto di sfida? Per far vedere che la squadra può vincere senza di lui? (ma così non è stato) Per ribadire che tutti i giocatori sono uguali? Luis purtroppo non risponde: non sa la lingua, non conosce l'ambiente, non conosce Totti, non capisce la stampa italiana, non sente gli umori della piazza. Quando un uomo non sa spiegare le proprie scelte (o per lo meno difenderle/giustificarle) è già arrivato alla fine di un percorso. Credo che Luis Enrique debba abbassare un po' la cresta e mettersi a parlare con i tifosi, con i giornalisti e soprattutto (anche se mi auguro che l'abbia già fatto) con il capitano della Roma, il suo capitano
EL

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