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sabato 17 luglio 2010

E'iniziata l'avventura galactica


Il Real si è radunato a ranghi ridotti (senza i nazionali) ma l'evento è stato comunque mediaticamente un successo perchè c'era Josè Mourinho, la vera stella, l'acquisto che più di ogni altro permette ai blancos di sognare di tornare a vincere Champions e campionato dopo gli smacchi ricevuti negli ultimi anni.
Mourinho è una garanzia di successo, dovunque sia andato ha vinto e si è fatto amare dai suoi tifosi. Il Real è senza dubbio meno forte dell'ultima Inter. Ha due soli fuoriclasse (Cristiano Ronaldo e Casillias), alcuni buonissimi giocatori (Sergio Ramos, Xabi Alonso, Kakà), alcune promesse (Di Maria, Van Der Vaart, Benzema, Garay), alcuni lavoratori di fatica (i due Diarra, Marcelo) e due discreti centrali (Pepe e Albiol) ma manca la compattezza di squadra, manca un leader, manca uno spogliatoio. L'addio di Raul e Guti va letto come la volontà di Mou di voltare pagina con il passato e di costruire una squadra che ruoti intorno a lui ed alle sue scelte, che lo segua sempre e comunque. Si appoggerà su uno zoccolo duro di 5-6 giocatori per far passare le sue idee. Ha parecchi rebus da risolvere: il terzino sinistro, la punta (Higuain non è giocatore adatto per i suoi schemi) ma soprattutto la mentalità: far accettare ad una squadra come il Real di battersi e di sacrificarsi in ogni partita. In patria deve aver ragione della squadra più forte al mondo che ha tutto quello che un allenatore vorrebbe: gruppo, gioco e spirito vincente. Il Real di oggi non ha nulla di tutto questo, spetta a Mourinho costruire con l'obbiettivo della vittoria sempre come ricompensa di tutto. 
La Champions al primo anno è un obbiettivo per adesso (vediamo l'evolversi del mercato) troppo ambizioso, ma sono certo che la Liga può essere centrata.
Edoardo Lupi

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