Cerca nel blog

lunedì 27 settembre 2010

Max Biaggi campione del mondo Sbk!

Dopo i quattro titoli consecutivi conquistati in 250 tra il 94 e il 97, dopo le delusioni in 500 e in Moto Gp, dopo l'anno sabbatico del 2006 che sembrava sancire la fine della sua carriera, a 39 anni Biaggi è tornato sul tetto del mondo conquistando con una gara d'anticipo il titolo Superbike, primo italiano a riuscire nell'impresa e lo ha fatto proprio davanti al proprio pubblico, ad Imola, sul circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari.
Missione compiuta dunque per il romano a cui, presentatosi con un vantaggio di 58 punti, bastava non perdere più di 8 punti e ce l'ha fatta anche grazie ad un errore del rivale Haslam e sopratutto alla rottura del motore della sua Suzuki.
In realtà le cose non si erano messe molto bene: al pronti via di gara uno Biaggi parte tranquillo per evitare qualsiasi rischio, mentre Haslam si mette in coda a Sykes, partito dalla pole. Al terzo giro grande brivido: il pilota dell'Aprilia arriva lungo alla curva Villeneuve, taglia la pista e rischia la collisione con altri piloti; come se ciò non bastasse in seguito viene riportato sulla ghiaia dal connazionale Scassa, perdendo ulteriore tempo e posizioni. Haslam cerca di approfittarne e si inserisce nel gruppetto di testa composto da Sykes su Kawasaki, Lanzi e Checa su Ducati clienti. Ben presto Checa e Haslam rompono gli indugi e vanno in fuga, tra i due negli ultimi giri si accende la lotta per la vittoria. Haslam fiuta il colpaccio, e cerca disperatamente di conquistare l'intera posta in palio, che gli permetterebbero di guadagnare ben 20 punti sul rivale, che si trova nelle retrovie in undicesima posizione. Checa chiude tutte le porte e stacca tardissimo, Haslam non ci sta e all'ultima curva, la Rivazza, lo infila ma la manovra è azzardata e l'inglese finisce sulla ghiaia, perdendo ben tre posizioni. Errore clamoroso che favorisce Biaggi, arrivato undicesimo ed apparso timoroso e in difficoltà. In virtù di questi risultati il vantaggio è di 52 punti, al romano basterà arrivare prima del rivale in gara due.
Il podio di gara 1 è tutto Ducati, con Checa, il superlativo Lanzi e il redivivo Haga, autore di un'ottima rimonta favorita dall'errore di Haslam. Smrz, che sostituisce l'infortunato Camier in sella all'Aprilia, arriva quarto e regala punti preziosi alla casa di Noale in chiave campionato costruttori.
Arriva il momento di gara 2, Biaggi ed Haslam corrono una gara nella gara, tutti gli occhi sono puntati su di loro. Il romano stavolta scatta bene e si mette subito a marcare il rivale nel gruppo di testa, che rimane compatto finchè Checa non rompe gli indugi e prende il largo. Dietro lo spagnolo si scatena la bagarre: Haslam arriva lungo alla chicane prima del traguardo e per non essere penalizzato fa passare Sykes, Biaggi, Haga e Fabrizio. Il titolo per il corsaro sembra vicino, ma Haslam non si arrende, tenta il recupero ma la sorte gli volta le spalle. A metà gara il motore della sua Suzuki cede di schianto e pone fine al suo sogno mondiale, dando inizio al tripudio iridato per il corsaro, matematicamente campione prima della bandiera a scacchi, con gli ultimi giri trasformati in una passerella di fronte ai festanti tifosi sulle tribune. Carlos Checa firma la doppietta, secondo un ottimo Haga, terzo Crutchlow. Biaggi chiude con il quinto posto più bello della sua carriera.
Permettetemi di fare una considerazione, una piccola nota stonata nella sinfonia mondiale di Max. Sia chiaro, considero il titolo meritatissimo ed indiscutibile, frutto di nove vittorie (4 le doppiette) 13 podi e numerosi piazzamenti....ma sarebbe stato certamente più bello celebrare il titolo con una vittoria o un podio e non per errori/sfortune altrui che fanno comunque parte di questo sport. Max non va a podio da sei gare, dopo la doppietta di Brno dello scorso Luglio, un po' troppo per un campione del mondo. Considerazione forse pignola che non vuole comunque togliere i meriti di un grande pilota, bravissimo nella costanza dei risultati e sopratutto nello sviluppo di una moto come l'Aprilia, resa vincente in soli due anni grazie anche al genio di ingegneri e tecnici del calibro di Gigi Dall'Igna.
"E' una roba pazzesca... E' il mio sogno più grande, che non ho mai nascosto, non ho mai voluto dimenticare che era possibile vincere. L'ho rincorso per tanto tempo ed è un sigillo che mi ripaga per i tanti sforzi fatti. Mi sembra di essere tornato a 10-15 anni fa. Un grande politico diceva che il potere logora chi non ce l'ha, ma io non cercavo il potere, volevo solo un sogno, e l'ho trovato oggi, grazie alla squadra e alla mia famiglia", ha affermato un raggiante Biaggi ai giornalisti. 
A fine gara il suo Fan Club lo ha vestito da Corsaro e lo ha fatto salire su un veliero: a 39 anni non è troppo tardi per continuare ad essere un campione ed inseguire gli obiettivi sognati. 


MDZ

Nessun commento: